Il dolore innocente, un dialogo tra credenti e non credenti

Ruoterà intorno al tema de “Il dolore innocente” l’incontro organizzato a Lecco, il 10 e 11 giugno prossimi, dal Cortile dei Gentili, struttura costituita in seno al Pontificio Consiglio della Cultura per favorire il dialogo credenti-non credenti e presieduta dal Cardinal Gianfranco Ravasi.
Presso il campus universitario del Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco, si alterneranno al tavolo dei relatori filosofi ed esperti, scrittori e scienziati, rappresentanti delle Istituzioni statali e religiose e delle associazioni.
I dibattiti si svolgeranno intorno ad alcune domande fondamentali che i relatori argomenteranno sia dal punto di vista dei credenti che dei non credenti: Ha senso sopportare il dolore, la menomazione, il deficit cognitivo, e sino a quale soglia? Di fronte a queste situazioni, la scienza, la filosofia, la religione possono dialogare? Qual è il ruolo della medicina, della cura e della riabilitazione, quale libertà viene messa in gioco?
Tra le sessioni d’incontro anche una dedicata a “Il sollievo dalla sofferenza come diritto universale dell’uomo” moderata dal giornalista Emilio Carelli, Presidente della Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti.
Spunti di riflessione:
Il dolore è il grande equivoco del sapere sanitario su cui ci si interroga per dare con forza una risposta di azioni che sappiano prendere cura! Tutti ben conoscono quanti volti presenti il dolore che, quale sintomo, è ben noto a tutti e ne rappresenta anche l’equivoco su cui si perde il senso della cura.
La nascita delle cure palliative, fin dal suo esordio, indusse gli operatori e le persone a riflettere sul senso della cura che doveva integrarsi con il prendersi cura delle persone, poiché ben noto è lo sviluppo della sofferenza che nelle fasi avanzate di ogni malattia, specie oncologica, ma non solo, diviene un dolore “totale” che abbraccia l’aspetto fisico, psicologico, sociale, spirituale e relazionale.
Le cure palliative mettono al centro proprio questo dolore che costituisce, in quel momento, l’essenza del malato, con l’obiettivo di garantire una vita dignitosa e senza dolore e quindi di offrire la migliore qualità di vita che la malattia permette.
La stessa filosofia deve sottendere alla nuova visione del dolore cronico che contiene nel suo alveo numerose condizioni di malattia che necessitano di una presa in cura complessa, rivolta sia alla cognizione e cura del dolore associata alla socialità della persona.
Il diritto a non soffrire è una conquista recente che comunque è divenuta nel nostro Paese un valore istituzionale che ci contraddistingue nel mondo, e questo grazie al lavoro di tanti anni che ha visto nella dedizione e costanza delle numerose associazioni un perno da cui si è trovata la forza per far traslare in una legge un diritto collettivo di salute.
La gestione del dolore legato al trauma è invece di altra natura e vive nella prospettiva del suo esaurimento. Non è tuttavia meno dolore degli altri in quanto spesso costituisce il travaglio verso una vita nuova e diversa da quella vissuta prima del trauma.
Questa sessione analizzerà il dolore e il suo possibile superamento grazie al contributo di professionisti e pensatori che da anni lavorano sul tema, quali:
prof. Vincenzo Valentini, direttore della radioterapia e del dipartimento di oncologia ed ematologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, con una relazione su “La voce del dolore: alla ricerca di una metrica rappresentativa”;
dr. William Raffaeli, presidente della Fondazione ISAL – Ricerca sul Dolore, che affronterà il tema de “La provocazione del dolore: dallo scenario di senso e sintomo alla rivelazione di Malattia”;
mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Ionio, con un intervento su “Il dolore tra etica della cura e spiritualità”.