Premio Gerbera d’oro 2013

Alla Regione Veneto, ULSS 4 Alto Vicentino

Anche quest’anno una Commissione mista composta, dalle Regioni: Veneto – che ha il coordinamento della Sanità fra le Regioni – Umbria, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia e Toscana, dalla Segreteria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti, che ringrazio per la preziosa e partecipata collaborazione, ha selezionato i progetti pervenuti dalle Regioni.

Fra i tanti progetti validi e suggestivi, anche sulla scorta del numero crescente dei progetti pervenuti rispetto agli anni precedenti, si è ritenuto di effettuare quattro segnalazioni in particolare:

1. Il progetto della Terapia Intensiva Pediatrica – Ospedale dei Bambini V. Buzzi – Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano che ha l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure e la vita dei bambini con patologie croniche inguaribili, con particolare attenzione alla gestione dei rapporti con le strutture che operano sul territorio, alla gestione domiciliare, limitando al minimo i ricoveri ospedalieri. Tali cure , nate da un “passa parola”di famiglie e di associazioni non -profit, anche grazie ad una campagna di raccolta fondi, hanno dato dei risultati concreti: oggi domiciliare un bambino con patologia cronica complessa, che vuol dire fornire una adeguata assistenza a casa, è diventato molto più agevole e rapido. I ricoveri ospedalieri sono diventati molto più brevi rispetto al passato. Infine il progetto attenziona un aspetto purtroppo da monitorare: i bambini con patologie croniche anche gravi sono in costante aumento.

2. Il progetto “GERMOGLI” promosso dal Centro Cure Palliative (Hospice di Vaio) di Fidenza con il patrocinio dell’AUSL di Parma “per tutta la vita ti insegnano a crescere, a vivere, ma nessuno ti parla mai della morte, finché arriviamo all’hospice dove “gli angeli” ti spiegano che sei alla fine del percorso. Perché non parlarne prima? Perché siamo tanto spaventati?” (dal “libro vitae” in hospice)
Il Progetto è rivolto ai giovani studenti per una formazione culturale sui valori della solidarietà e del rispetto e sul mistero della morte e della dignità fino all’ultimo istante di vita.

3. Il progetto dell’Associazione “Gigi Ghirotti Basilicata” “Offriamogli un Bagno Caldo” : il piacere di un bagno caldo ai pazienti allettati con una particolare apparecchiatura portatile monouso. Il progetto che ha per postulato la centralità dell’uomo e la sua dignità; la sinergia fra innovazione tecnologica e l’azione dell’uomo è l’idea guida verso l’umanizzazione dell’assistenza.

4. Il progetto dell’Azienda Ospedaliera di Perugia dal titolo: “Controllo del dolore domiciliare dopo Day Surgery pediatrica” per l’attenzione che rivolge al periodo di convalescenza post-operatoria del piccolo paziente che si svolge a casa. Infatti mentre in ospedale sono evidenti i miglioramenti del trattamento del dolore, non è sempre così a casa, che invece è il luogo più adatto per la convalescenza di un bimbo. Il progetto coinvolge e supporta anche la famiglia del piccolo paziente.

Fra tutti i progetti è stato indicato quale meritevole di ricevere il Premio della Gerbera d’oro 2013 quello dell’ ULSS 4 Alto Vicentino denominato “Progetto Giobbe in Cammino 2008-2012”.
Il premio del progetto, che potrebbe avere quale sottotitolo “Oltre l’emergenza economica: la centralità della persona malata”, viene assegnato per le seguenti motivazioni:
Il riconoscimento viene attribuito per l’attenzione che il progetto rivolge alla centralità della persona che si trova in una situazione di maggiore fragilità e per la realizzazione di un’organizzazione capace di rispondere non solo ai bisogni clinico/assistenziali del malato, ma anche agli aspetti legati alla sofferenza fisica e psicologica connessi al dramma della malattia del paziente e della sua famiglia.

Il progetto è finalizzato a migliorare la qualità della vita dei malati oncologici attraverso la loro totale presa in carico che viene garantita grazie alla promozione dell’integrazione territorio – ospedale resa possibile in particolare mediante l’attivazione di una Centrale operativa unica per la gestione dei malati nella rete dei servizi, ospedale, territorio, per l’intercettazione dei bisogni clinico, assistenziali e sociali, mediante la messa a punto di un modello innovativo per lo sviluppo dell’assistenza h 24 in stretta integrazione tra la medicina territoriale e i medici di continuità assistenziale in attività diurne e mediante la realizzazione di un’ equipe domiciliare con la presenza di palliativisti e psicologi.

Il progetto si è inoltre contraddistinto per l’integrazione tra servizi pubblici, agenzie private , un coinvolgimento attivo delle Associazioni di volontariato nonché una formazione continua e sul campo di tutti gli operatori.

Infine si segnala l’importanza legata all’esperienza del Progetto Giobbe, che ha permesso di avviare un programma per estendere il modello sperimentato nell’ambito delle cure palliative oncologiche, ad altri gruppi di malati, quali:
1. malati anziani fragili con malattie che riducono l’autonomia;
2. malati con disturbi cognitivi;
3. malati con scompenso cardiaco candidati a sole cure palliative.
Il progetto garantisce pertanto l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l’equità nell’accesso all’assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, dando piena attuazione alla Legge 38/2010.